Illusione, Oneshot breve

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Bloody_Insanity
view post Posted on 9/4/2009, 15:47




Illusione

L’incedere dei sui passi era convinto e sicuro. Come quello di qualcuno che sa esattamente cosa vuole, sa esattamente da chi deve andare. La sua mole, stagliata nel cielo di notte, aveva la sicurezza di un killer che ha appena avvistato la preda perfetta e, in un certo senso, era esattamente così.
Lei era seduta su una panchina, sotto un lampione che era sull’orlo di spegnersi. La sua ombra riflessa nella strada lastricata sembrava grottesca e deforme, tutto il contrario di ciò che era, nella realtà la sua proprietaria.
Lei era bellissima, a dir poco perfetta. I lineamenti dipinti del suo volto sembravano voler spegnere le stelle e la luna nel cielo, tanto brillavano più di esse. Occhi verdi, appena truccati, era socchiusi dalla stanchezza, vagamente appesantiti da ciglia folte e nerissime. Mentre il naso creava un onda perfetta al centro del suo viso, per finire in modo simmetrico sopra una bocca carnosa, tinta di scarlatto. Un corpo esile, con poche curve, ma aggraziato, era stretto in vestiti scuri. Un cappotto grigio selce che la copriva dal collo fino a metà coscia, stretto in vita da una cintola che evidenziava la sua vita fina e i fianchi poco accentuati. Da sotto il cappotto stesso si vedeva la fine di una gonna che arrivava al ginocchio, scura anch’essa. Le calze erano decorate da un motivo a fiori e le scarpe erano semplici, nere, di vernice.
Sembrava assorta in chissà quali pensieri, vagamente assopita, un po’ curva su se stessa. Non si curava del respiro lieve e pacato della notte che la attorniava e nemmeno delle finestre minacciose delle case che, nel buio, sembravano occhi malevoli intenti a scrutarla.
Il lampione continuava la sua fastidiosa intermittenza, illuminando a scatti il quartiere di periferia nel quale si trovava. Resistette ancora qualche secondo, infine la sua luce si spense. La donna fece uno scatto quando il buio totale l’avvolse, si svegliò dal suo stato di semi-incoscienza e cominciò a guardarsi attorno, senza vedere nulla, senza udire un rumore.
Agguantò la borsa con mani tremanti cercando freneticamente l’accendino prima di trovarlo un alto lume si accese, poco lontano dal suo volto. Per l’ennesima volta sussultò.
-Non fa bene, sai? Stare di notte da sole- le disse una voce maschile, leggermente mielosa e piuttosto nasale. La donna alzò gli occhi sul suo proprietario, incontrando pozzi neri in fondo ai quali brillava uno strano bagliore. Lo sconosciuto non era del tutto brutto, ma il suo volto inquietava. Scarno, privo di rughe, con un naso importante e le labbra screpolate, tanto da essere tagliate da piccole ferite rosso scuro.
-Lo so, stavo aspettando una persona- rispose allora con un minimo di timore, nel frattempo si allontanò dall’accendino, il cui calore era vicinissimo al suo viso.
-Potremmo aspettarla assieme- disse lo sconosciuto. -Così posso anche farti luce nel frattempo, sarebbe pericoloso stare al buio.-
-Non credo verrà.- replicò secca lei, guardando altrove -E’ troppo tempo che lo aspetto ormai.-
-Lasciare una ragazza come te ad aspettare, quale assurda azione! Mi chiedo forse se questa persona sia ceca?- disse l’uomo ridacchiando, il lumino di agitò nell’ombra.
-Forse lo è davvero- ella sospirò profondamente. -Un tempo, quando in questo luogo non c’erano case e nemmeno strade lastricate, ma solo campi di granturco, correvo con lui fra le spighe, ci perdevamo spesso, poi i tedeschi mi hanno portato via, perché sono ebrea.-
-Ma cos...-
-Quando sono tornata qui lui non c’era più, da quel giorno non l’ho mai più rivisto.- Lo sconosciuto pensò subito a uno scherzo, tuttavia non riuscì a trattenere il brivido freddo che gli attraversò la schiena nel sentire quelle parole pronunciate con così tanta amarezza da quella voce limpida e femminile. Indietreggiò di qualche passo e, quando parlò, la sua voce ebbe un piccolo fremito.
-Questa si che è una bella storia dell’orrore... e che maestria nel raccontarla signorina!-
-Perché credete sia solo una storia?-
-Le persecuzioni ebraiche sono avvenute decenni fa! E’ impossibile che lei sia così giovane, se fosse davvero una sopravvissuta ai campi di concentramento dovrebbe avere almeno novant’anni- fece una risatina poco sicura. -Inoltre, questo luogo non era edificato sempre troppi anni orsono, quando io ero ancora un bambino e lei non era ancora nata, signorina.-
Lei si avvicinò a lui in una maniera sinuosa e aggraziata, strisciando la propria mole sulla panchina come un fantasma. -L’illusione ci rende forti, attraverso l’illusione possiamo credere a qualsiasi cosa. Vita, morte, cessano di esistere e questa non è più una notte invernale, dal cielo limpido e l’aria gelida, ma una tomba per lo spirito e per l’anima, una morsa di paura e terrore. L’illusione se ben usata può uccidere.- La donna vide la mano dello sconosciuto saettare dentro il cappotto, quando ne estrasse un coltello lungo quattro dita, la sua espressione rimase impassibile.
Si concentrò sul fuoco riflesso nella lama, un luccichio ipnotizzante e a malapena sentì la voce di lui. -E’ stato bello e stimolante parlare con lei signorina, ma credo che ora sia tempo di prendermi ciò che mi spetta... inoltre sono stanco delle sue frasi senza senso.- La lama si avvicinò a lei, forse velocemente, forse con estenuante lentezza e fu allora che lo stesso fuoco, la stessa luce aranciastra brillò all’interno dei suoi due smeraldi. Probabilmente l’uomo se ne accorse, il suo cervello lo registrò ma fu troppo lento per reagire.
Stava ancora calando la lama verso la gola della ragazza quando, la sua gola stessa, venne presa di mira da qualcosa di ben più tagliente e micidiale.
Aghi grossi, più di siringhe, penetrarono nella sua arteria, perforandola come burro e il bruciore si irradiò, lo fece impazzire tanto era doloroso. Quell’urlo che gli si era fermato in gola uscì sotto forma di gorgoglio sconnesso, coperto dal tintinnare del coltello che cadde a terra nel medesimo istante.
Il corpo rigido e gelido ruzzolò al suolo con un tonfo secco, venne sommerso dall’ombra e il lume dell’accendino si spense.
-Illusione signore, è solo così che possiamo continuare ad esistere, illudendoci di qualcosa che raramente riusciremo ad ottenere. Io, ad esempio, mi illudo di essere ancora viva, di essere una donna, mi illudo che il mio amore tornerà quando so che è cenere sotto terra.- La ragazza si chinò sul cadavere pulendosi il sangue dal mento con la mano. -Voi vi siete illuso di avermi potuto uccidere con quel coltello, quale audacia! Quale sfacciataggine nel volermi sfidare.- si abbassò su di lui alzandogli la testa, parlando direttamente nel suo orecchio anche se sapeva che l’uomo non l’avrebbe sentita.
-Un’altra cosa ho compreso, signore, l’illusione si paga a caro prezzo, anche con la vita.-


Ps scritta in un momento di ispirazione, è un disastro su tutti i fronti. Lei è un peronaggio che dovrei inserire in una storia che non scrivo mai, può essere che sia la protagonista di altri miei brevi racconti... siate celmenti xD
 
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Pandora79
view post Posted on 9/4/2009, 23:13




devo dire...una storia ad effetto!!!!! non credevo fosse lui la vittima fin quando lui ha detto che le persecuzioni erano avvenute decenni prima!!!!!!

brava!!! ^_^

PS, visto che è una storia di vampiri te la sposto nelle originali alla sezione VAMPIRI
 
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1 replies since 9/4/2009, 15:47   254 views
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